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Una rete per condividere conoscenza
Italtel naviga nel mondo con Netscape
Intervista a:
Maurizio Mapelli
(Responsabile Sistemi Informativi Italtel)
Le reti sono di casa in Italtel sin dal 1983. Oggi un nuovo salto tecnologico
consente a 5.000 persone di navigare con i server Netscape dentro e fuori
l'azienda, snellendo i processi interni e i servizi ai clienti. Ma è anche
l'occasione per creare una diversa cultura di impresa, basata sul contributo di
conoscenza di tutti.
Come si caratterizza l'attività di Italtel da quando è diventata "a Stet and Siemens
company", come recita la vostra tag line, ossia una società che appartiene al sesto gestore
mondiale di Tlc, Stet, e a uno dei primi tre produttori mondiali di apparati, Siemens?
Operiamo a livello mondiale per il progetto, lo sviluppo e l'installazione di sistemi di
telecomunicazione integrati. La nostra attività spazia dai sistemi di commutazione a quelli di trasporto
e di accesso, ormai su ogni spettro di tecnologie: ISDN, ATM, reti multimediali, sistemi wireless e
radiomobili (in standard Gsm/Dcs a 1800 Mhz, Pcs e Dect). Dai circuiti stampati e dalla fotonica fino
al network management e alle soluzioni integrate.
Il nostro gruppo conta 3.500 ricercatori su un organico di 15.000 addetti. Per il 1996 stimiamo un
fatturato di 3.900 miliardi di lire e un utile di oltre 5 miliardi.
Siete stati anche pionieri di Internet, quando in Italia neppure se ne parlava. Com'è
avvenuto l'incontro?
Come partecipante all'Associazione italiana utenti Unix, sin dagli anni '70 la nostra azienda ha avuto
un accesso alla Rete attraverso un nodo di Amsterdam. Un accesso usato all'inizio da poche persone
per l'uso più tradizionale: scambiare posta elettronica con la comunità scientifica internazionale. Col
tempo Internet si è diffusa all'interno dell'azienda su tutte le reti della ricerca, consentendo a centinaia
di dipendenti di scambiare messaggi con i colleghi di tutto il mondo.
Italtel viene spesso citata anche come un'azienda virtuale "ante litteram" (il latino nelle
pagine Web della società è di casa) non solo negli ambienti tecnologici. A quali fatti è
dovuta questa fama?
La fama tra il grande pubblico è dovuta all'iniziativa del telelavoro che è partita nel '95. Un'iniziativa
da cui la nostra società si attende ricadute positive sul piano industriale, nel momento in cui tale modo
di prestare la propria opera diventi importante nel sistema produttivo nazionale e internazionale. La
nostra esperienza ne ha messo in luce i vantaggi: i risultati del lavoro a distanza sono stati spesso
migliori di quelli ottenuti in azienda, per il fatto che un lavoro basato sulla creatività può risultare più
producente se non è imbrigliato in orari definiti. Sono stati tanto migliori quanto maggiore era il livello
di professionalità e di autonomia delle persone incaricate di svolgerlo.
Ben prima del progetto di telelavoro, c'era stata l'esperienza di comunicazione in rete
nell'area della Ricerca e Sviluppo. Come è cambiata da quegli anni la vostra strategia di
impiego delle IT?
E' del 1983 il progetto della rete di comunicazione della R&S, basata su tecnologie proprietarie. Era
il tentativo, sponsorizzato dal vertice aziendale, di usare l'IT come leva per la crescita della società
stessa.
Tale rete, che era inizialmente indirizzata a una maggior integrazione tra i settori aziendali operanti
nell'area tecnica (gli addetti alla R&S nella nostra azienda hanno sempre rappresentato una
percentuale elevata del personale), venne considerata per circa una decina d'anni solo come
strumento di supporto. Abbiamo trattato reti locali e geografiche, cablaggio, sistemi operativi, ma
solo per facilitare la comunicazione tra reparti in cascata o l'integrazione tra alcune delle aree in cui
era divisa l'azienda.
Da qualche anno, invece, da quando è iniziata la convergenza dell'IT con le Tlc, la rete è diventata un
fattore critico per le attività del business, perché accelerare la comunicazione tra tutti i reparti
dell'azienda significa non solo abbreviare il time to market e ridurre i costi di sviluppo, ma anche
dimostrare al cliente la validità dei nostri prodotti e servizi.
Quando è avvenuto questo mutamento di indirizzo strategico?
Dal '94. Da quando, cioè, in Italtel venne presa la decisione di usare le tecnologie di Internet per
sistemi interni, oltre che per le comunicazioni con l'esterno e per il traffico "non solo dati", che
coinvolge audio e video. Una decisione che ha condotto alla realizzazione di una Intranet aziendale
denominata I4Web.
Quali sono gli obiettivi di questa seconda fase di diffusione di Internet in azienda?
Il primo è di diffondere capillarmente la posta elettronica, così da ridurre drasticamente i tempi dei
processi decisionali, e la condivisione in linea di documenti multimediali (anche audio, immagini fisse e
in movimento, oltre che testo e grafica), così da realizzare anche il concurrent engineering, dove
l'espressione ha il significato che gli attribuiscono gli Americani: quello di collaborazione simultanea.
Intende dire che rendere l'informazione immediatamente accessibile è come far incontrare
le diverse funzioni aziendali intorno a un tavolo virtuale durante la loro operatività?
Proprio così. Il secondo obiettivo è di rendere al cliente un servizio migliore e più rapido di quello
offerto da altri. A questo proposito, cito spesso l'esempio delle modifiche software che dovevamo
mandare a una centrale Gsm installata in Russia.
L'invio venne fatto contemporaneamente in due modi: su supporto fisico tramite un corriere e via
Internet. Attraverso la Rete le modifiche arrivarono in tempo reale, una settimana prima che per
corriere.
Quali sono state le date fondamentali per la realizzazione del progetto?
La fine del '94 ha visto la messa a punto del sistema di protezione (firewall) che, avendo la capacità
di controllare l'accesso su ogni utente, preclude a chiunque non sia autorizzato la possibilità di
conoscere le informazioni riservate.
Il punto di presenza su Internet, il cosiddetto "sito", con il videocatalogo Italtel, è diventato disponibile
tra febbraio e marzo del '95, mentre il primo server corporate dell'Intranet lo è divenuto nel
novembre dello stesso anno. Per la posta elettronica, il rilancio del servizio con le tecnologie Internet
è partito tra ottobre e novembre dell'anno scorso.
Il rilancio dell'uso aziendale di Internet, con l'Intranet e le Extranet ha comportato
problemi?
No: siamo stati avvantaggiati dal fatto di avere già una rete totalmente connessa in tutti i comprensori
industriali. I sistemi di gestione erano già omogenei nonostante la grande eterogeneità delle macchine
installate, perché siamo sempre stati integratori di sistemi. Quando abbiamo affrontato la questione
dello strumento per la navigazione della rete, il browser, abbiamo dovuto tenere conto del fatto che le
postazioni di lavoro erano costituite da PC, workstation Unix di diversi tipi, terminali non intelligenti.
Data questa eterogeneità abbiamo adottato Netscape. Di Netscape abbiamo adottato anche i server
Internet multipiattaforma perché, come azienda tecnologica, ne apprezziamo la tecnologia, che anche
altre organizzazioni, Sun, Oracle, Ibm, importanti per noi come fornitori, hanno adottato.
Quante persone sono coinvolte nel rinnovamento?
Prevediamo che il numero degli utenti interessati dalla prima fase sia compreso tra 4.000 e 5.000.
Ma il potenziale bacino d'utenza, che comprende anche personale non tecnico, è di 10.000. Senza
contare le persone al di fuori dell'azienda.
Quali vantaggi ha ottenuto Italtel dall'adozione di queste tecnologie, oltre a una contrazione
dei tempi di sviluppo e di ingegnerizzazione?
I vantaggi che interessano le organizzazioni di qualsiasi tipo: un miglioramento dell'immagine aziendale,
oltre che dell'efficienza e della comunicazione interna (per esempio, la possibilità di mettere in
comunicazione diretta il vertice con tutto il personale). In più, ovviamente, la riduzione della carta; s'è
ridotta a tal punto che io ricevo solo 10 comunicazioni interne al giorno su supporto cartaceo, contro
una ventina per via elettronica, cui rispondo più velocemente perché ho sempre il browser attivato.
Che cosa potrebbe desiderare ancora?
Di risolvere al più presto un problema di tipo organizzativo, facendo compiere a tutti un salto
culturale. Il problema consiste nel far capire a tutti che l'Intranet è stata realizzata non solo perché gli
utenti possano vedere quello che hanno fatto gli altri, ma anche perché ci mettano del proprio.
Infatti, accanto agli entusiasti e a quelli che temono di non saper padroneggiare l'aspetto tecnico, si
trova anche chi oppone resistenza al principio di mettere a fattor comune le conoscenze. Una
condivisione fondamentale per sfruttare appieno le potenzialità delle tecnologie per le
telecomunicazioni.
La Redazione